Laboratori
LABORATORI PER BAMBINI (su prenotazione in Pro Loco 015.2536728; info@prolococandelo.it). Max 20 partecipanti
Sabato 25 maggio
Ore 14.30 – 16.30: Creare con la carta a cura di Sandra Marchisotti
Ore 16.00 : IL Bon ton a cura di Elisa Gobbi
Ore 17.30 : laboratori scientifici a cura associazione Scienza attiva
Domenica 26 maggio
Ore 10.30 – 12.00 “E’ nato un animatto” dal libro Animatti di Alfredo Stoppa (ediz La Margherita) a cura di Chiara Balzarotti
Ore 14.30- 15.30 Gli uccelli della Baraggia a cura di Lipu
Ore 17.00-19.00 “Ranocchio è un ranocchio” ( edizioni Bohem)- a cura di Chiara Balzarotti
Sabato 1 giugno
Ore 10.00-12.00; 15.00-18.00 TORIGAMI : dimostrazioni continue
Ore 10,00-14.00-16.00 Laboratori “I piccoli costruttori di avventura” con gli istruttori del parco Avventura di Veglio
Ore 14.30-16.30 Laboratorio di illustrazione “IL lupo a colori tratto da “la favola vista dal lupo” di Enrico de Maio a cura associazione Muse
Domenica 2 giugno
Ore 10.00-12.00; 15.00-18.00 TORIGAMI : dimostrazioni continue
Ore 10,00-14.00-16.00 Laboratori “I piccoli costruttori di avventura” con gli istruttori del parco Avventura di Veglio
Ore 14.30-16.30 "Laboratorio di lettura ed illustrazione “Il lupo a colori" a cura di Associazione Muse e “La favola vista dal lupo” di Enrico de Maio
Tutti i giorni del festival:
“L’orso e i suoi fratelli: giocare sulla pietra” laboratorio a cura DOCBI ( a rotazione e senza prenotazioni )
Tra le rue: impariamo a costruire i ”pupazzi pazzi” e le figure degli antichi mestieri con foglie di pannocchia.
Sabato 25 maggio
Ore 14.30 – 16.30: Creare con la carta a cura di Sandra Marchisotti
Ore 16.00 : IL Bon ton a cura di Elisa Gobbi
Ore 17.30 : laboratori scientifici a cura associazione Scienza attiva
Domenica 26 maggio
Ore 10.30 – 12.00 “E’ nato un animatto” dal libro Animatti di Alfredo Stoppa (ediz La Margherita) a cura di Chiara Balzarotti
Ore 14.30- 15.30 Gli uccelli della Baraggia a cura di Lipu
Ore 17.00-19.00 “Ranocchio è un ranocchio” ( edizioni Bohem)- a cura di Chiara Balzarotti
Sabato 1 giugno
Ore 10.00-12.00; 15.00-18.00 TORIGAMI : dimostrazioni continue
Ore 10,00-14.00-16.00 Laboratori “I piccoli costruttori di avventura” con gli istruttori del parco Avventura di Veglio
Ore 14.30-16.30 Laboratorio di illustrazione “IL lupo a colori tratto da “la favola vista dal lupo” di Enrico de Maio a cura associazione Muse
Domenica 2 giugno
Ore 10.00-12.00; 15.00-18.00 TORIGAMI : dimostrazioni continue
Ore 10,00-14.00-16.00 Laboratori “I piccoli costruttori di avventura” con gli istruttori del parco Avventura di Veglio
Ore 14.30-16.30 "Laboratorio di lettura ed illustrazione “Il lupo a colori" a cura di Associazione Muse e “La favola vista dal lupo” di Enrico de Maio
Tutti i giorni del festival:
“L’orso e i suoi fratelli: giocare sulla pietra” laboratorio a cura DOCBI ( a rotazione e senza prenotazioni )
Tra le rue: impariamo a costruire i ”pupazzi pazzi” e le figure degli antichi mestieri con foglie di pannocchia.
Mostre
Adattarsi in Città
Mostra realizzata dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.Concorso fotografico coordinato dalla Società cooperativa Arnica
In occasione delle iniziative organizzate per la mostra “La Scimmia nuda. Storia naturale dell’umanità”, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, con il coordinamento della Società cooperativa Arnica, ha indetto un concorso fotografico dal titolo “Adattarsi in città”. L’obiettivo del concorso, organizzato in due sezioni distinte, “L’Uomo” e “La Fauna e la Flora”, è stato quello di invitare tutti a scoprire e raccontare con le immagini come la vita si è adattata all’ambiente urbano, ponendo particolare attenzione a come l’uomo, la fauna e la flora si siano adeguati alle condizioni ambientali della città.
Adattarsi è entrare in sintonia con l’ambiente in cui si vive. È una soluzione che un individuo fornisce a un determinato problema postogli dall’ambiente, e in tal senso ogni organismo risulta adattato al proprio ambiente di vita.
Oggi la città rappresenta uno degli ambienti più dinamici i cui continui cambiamenti costituiscono una delle sue caratteristiche più peculiari.
A questi cambiamenti non si è adattato solo l’uomo, ma anche gli animali selvatici e le piante spontanee.Data la grande disponibilità di spazi non risulta quindi strano che le aree urbane siano state rapidamente occupate da un gran numero di specie in grado di adattarsi a nuovi “stili di vita”. Partendo dal concetto darwiniano di adattamento, definito come la capacità dei viventi di modificare alcuni aspetti anatomici, fisiologici o comportamentali in modo da adeguarsi ai cambiamenti delle condizioni ambientali esterne, il concorso ha avuto quindi come tema l’adattamento ad un particolare ambiente, quello urbano.
Sezioni tematiche. La mostra è organizzata in due sezioni:
1) L'Uomo. A partire dalla fine del XIX secolo l'uomo inizia a colonizzare le città cambiando il proprio stile di vita a favore di quello urbano. L'uomo si trasforma in funzione dell'ambiente adattandosi alle sue caratteristiche quali traffico, rumore, alta densità di popolazione, ritmi frenetici. Ma è anche in grado di trasformare l'ambiente a seconda delle sue esigenze.
2) La Fauna e la Flora. Con il termine "fauna urbana" ci si riferisce a tutti quegli animali selvatici (ma anche domestici inselvatichiti) che vivono stabilmente nei centri abitati. Lo spostamento di questi animali dai loro ambienti naturali alla città è andato crescendo di pari passo con l'aumento delle dimensioni delle aree urbane. Anche la flora si è adattata nel corso del tempo all'ambiente cittadino; in modo particolare le piante erbacee e infestanti si sono evolute molto rapidamente colonizzando le nostre città.
“L’orso e i suoi fratelli”: giocare sulla pietra
La mostra L’orso e i suoi fratelli, curata dal DocBi, riguarda l'archeologia rupestre e in particolare i tavolieri che si trovano in buon numero incisi nella roccia delle montagne e su strutture architettoniche in pietra realizzati tra il XVIII e il XX secolo, ma qua e là ci sono testimonianze che risalgono all’antichità classica. D’altra parte i giochi con pedine hanno origini remote: pensiamo a manufatti come il lussuoso tavoliere proveniente da una tomba di Ur, che risale al 2500 a.C.
La mostra si compone di dodici pannelli e alcune repliche in granito. Il singolare titolo è dovuto all’interesse che presenta il gioco dell’orso di Forgnengo, paesino sulle Alpi Biellesi. I giochi con pedine possono essere di cattura (dama, scacchi), di allineamento (filetto e tria, i più frequenti nell’archeologia rupestre) e di immobilizzazione. Questi ultimi sono di gran lunga i più rari: lo scopo non è di allineare più pedine o di “mangiare” le pedine avversarie bensì di impedir loro ogni movimento bloccandole con i propri pezzi. I giochi possono essere inoltre simmetrici o asimmetrici; in questi ultimi, poco diffusi i contendenti hanno pezzi in numero diverso e li muovono secondo regole e con scopi diversi. I giochi di immobilizzazione asimmetrici sono dunque assai rari: fra questi ultimi il gioco dell’orso inciso su un masso di sienite a Forgnengo (e praticato dagli abitanti fino a tempi recenti: tre cacciatori cercano di immobilizzare l’animale) è stato identificato da Thierry Depaulis (studioso francese e autorità mondiale nel campo dei giochi con pedine) come il più interessante in assoluto fra quelli finora documentati.
Bibliografia: Carlo e Luca Gavazzi, Giocare sulla pietra (Quaderni di cultura alpina) Priuli e Verlucca, Ivrea 1997
Thierry Depaulis, Carlo Gavazzi, L’orso e i suoi fratelli, Rivista Biellese n. 4 ottobre 1999
L'orso e i suoi fratelli: un gioco di un paesino delle montagne biellesi e i suoi parenti vicini e lontani, DocBi, Biella 2007
Mostra realizzata dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.Concorso fotografico coordinato dalla Società cooperativa Arnica
In occasione delle iniziative organizzate per la mostra “La Scimmia nuda. Storia naturale dell’umanità”, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, con il coordinamento della Società cooperativa Arnica, ha indetto un concorso fotografico dal titolo “Adattarsi in città”. L’obiettivo del concorso, organizzato in due sezioni distinte, “L’Uomo” e “La Fauna e la Flora”, è stato quello di invitare tutti a scoprire e raccontare con le immagini come la vita si è adattata all’ambiente urbano, ponendo particolare attenzione a come l’uomo, la fauna e la flora si siano adeguati alle condizioni ambientali della città.
Adattarsi è entrare in sintonia con l’ambiente in cui si vive. È una soluzione che un individuo fornisce a un determinato problema postogli dall’ambiente, e in tal senso ogni organismo risulta adattato al proprio ambiente di vita.
Oggi la città rappresenta uno degli ambienti più dinamici i cui continui cambiamenti costituiscono una delle sue caratteristiche più peculiari.
A questi cambiamenti non si è adattato solo l’uomo, ma anche gli animali selvatici e le piante spontanee.Data la grande disponibilità di spazi non risulta quindi strano che le aree urbane siano state rapidamente occupate da un gran numero di specie in grado di adattarsi a nuovi “stili di vita”. Partendo dal concetto darwiniano di adattamento, definito come la capacità dei viventi di modificare alcuni aspetti anatomici, fisiologici o comportamentali in modo da adeguarsi ai cambiamenti delle condizioni ambientali esterne, il concorso ha avuto quindi come tema l’adattamento ad un particolare ambiente, quello urbano.
Sezioni tematiche. La mostra è organizzata in due sezioni:
1) L'Uomo. A partire dalla fine del XIX secolo l'uomo inizia a colonizzare le città cambiando il proprio stile di vita a favore di quello urbano. L'uomo si trasforma in funzione dell'ambiente adattandosi alle sue caratteristiche quali traffico, rumore, alta densità di popolazione, ritmi frenetici. Ma è anche in grado di trasformare l'ambiente a seconda delle sue esigenze.
2) La Fauna e la Flora. Con il termine "fauna urbana" ci si riferisce a tutti quegli animali selvatici (ma anche domestici inselvatichiti) che vivono stabilmente nei centri abitati. Lo spostamento di questi animali dai loro ambienti naturali alla città è andato crescendo di pari passo con l'aumento delle dimensioni delle aree urbane. Anche la flora si è adattata nel corso del tempo all'ambiente cittadino; in modo particolare le piante erbacee e infestanti si sono evolute molto rapidamente colonizzando le nostre città.
“L’orso e i suoi fratelli”: giocare sulla pietra
La mostra L’orso e i suoi fratelli, curata dal DocBi, riguarda l'archeologia rupestre e in particolare i tavolieri che si trovano in buon numero incisi nella roccia delle montagne e su strutture architettoniche in pietra realizzati tra il XVIII e il XX secolo, ma qua e là ci sono testimonianze che risalgono all’antichità classica. D’altra parte i giochi con pedine hanno origini remote: pensiamo a manufatti come il lussuoso tavoliere proveniente da una tomba di Ur, che risale al 2500 a.C.
La mostra si compone di dodici pannelli e alcune repliche in granito. Il singolare titolo è dovuto all’interesse che presenta il gioco dell’orso di Forgnengo, paesino sulle Alpi Biellesi. I giochi con pedine possono essere di cattura (dama, scacchi), di allineamento (filetto e tria, i più frequenti nell’archeologia rupestre) e di immobilizzazione. Questi ultimi sono di gran lunga i più rari: lo scopo non è di allineare più pedine o di “mangiare” le pedine avversarie bensì di impedir loro ogni movimento bloccandole con i propri pezzi. I giochi possono essere inoltre simmetrici o asimmetrici; in questi ultimi, poco diffusi i contendenti hanno pezzi in numero diverso e li muovono secondo regole e con scopi diversi. I giochi di immobilizzazione asimmetrici sono dunque assai rari: fra questi ultimi il gioco dell’orso inciso su un masso di sienite a Forgnengo (e praticato dagli abitanti fino a tempi recenti: tre cacciatori cercano di immobilizzare l’animale) è stato identificato da Thierry Depaulis (studioso francese e autorità mondiale nel campo dei giochi con pedine) come il più interessante in assoluto fra quelli finora documentati.
Bibliografia: Carlo e Luca Gavazzi, Giocare sulla pietra (Quaderni di cultura alpina) Priuli e Verlucca, Ivrea 1997
Thierry Depaulis, Carlo Gavazzi, L’orso e i suoi fratelli, Rivista Biellese n. 4 ottobre 1999
L'orso e i suoi fratelli: un gioco di un paesino delle montagne biellesi e i suoi parenti vicini e lontani, DocBi, Biella 2007